Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24259 del 11 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24259PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando una persona, consapevole dell'innocenza dell'accusato, presenta una denuncia o querela falsa attribuendogli falsamente la commissione di un reato. La responsabilità per il delitto di calunnia sussiste anche quando l'accusa falsa è formulata in modo autonomo e in tempi diversi da più soggetti, purché sia provato che essi erano a conoscenza dell'innocenza della persona denunciata. Il giudice di merito, nel valutare la prova, ha il potere di ricostruire in modo logico e coerente il quadro probatorio, privilegiando le risultanze processuali che smentiscono la versione difensiva e dimostrano la consapevolezza della falsità dell'accusa da parte degli imputati. La Corte di Cassazione, nel sindacare la motivazione della sentenza impugnata, deve limitarsi a verificare l'assenza di vizi logici ictu oculi percepibili, senza poter riesaminare nel merito le valutazioni compiute dal giudice di merito sulla base delle prove acquisite. La pena inflitta per il reato di calunnia, pur dovendo essere adeguata alla effettiva gravità del fatto e al comportamento processuale degli imputati, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, se determinata nel rispetto dei limiti edittali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. DA. N. IL (OMESSO);

2) RA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/05/2006 CORTE APPELLO di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI POPOLO Angelo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. …

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