Consiglio di Stato sentenza n. 5521 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:5521SENT

Massima

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Il riconoscimento del titolo di studio conseguito all'estero per l'esercizio di una professione regolamentata in Italia è subordinato all'accertamento che il percorso formativo effettivamente seguito all'estero sia sostanzialmente equivalente a quello richiesto per il corrispondente titolo di formazione nazionale. Tale valutazione di merito spetta all'Amministrazione competente, che deve svolgerla all'esito di un'adeguata istruttoria documentale volta a verificare la validità e l'autenticità del titolo, nonché la corrispondenza del relativo percorso formativo con i requisiti richiesti per l'accesso alla professione in Italia. Ove l'Amministrazione non sia in grado di acquisire gli elementi necessari per tale valutazione, ad esempio a causa della chiusura dell'ateneo estero che ha rilasciato il titolo, essa può legittimamente negare il riconoscimento, ferma restando la possibilità per l'interessato di fornire successivamente la documentazione idonea a dimostrare l'effettiva equipollenza del titolo. Il principio di libera circolazione dei lavoratori e di reciproco riconoscimento dei titoli all'interno dell'Unione Europea non impone all'Amministrazione di procedere comunque al riconoscimento in assenza di una adeguata istruttoria, essendo necessario accertare la sostanziale equivalenza del percorso formativo seguito all'estero rispetto a quello richiesto per il corrispondente titolo nazionale. Inoltre, l'art. 100 del R.D. n. 1265 del 1934, che consente la registrazione di titoli professionali conseguiti all'estero, non trova applicazione per i cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea, essendo stato tacitamente abrogato dalla normativa comunitaria in materia di riconoscimento dei titoli. Pertanto, il mancato riconoscimento del titolo conseguito all'estero, motivato dalla carenza documentale e dall'impossibilità di verificarne l'autenticità e l'equipollenza, non integra una violazione del principio di parità di trattamento, né del legittimo affidamento dell'interessato, atteso che l'Amministrazione ha reiteratamente richiesto l'integrazione della documentazione necessaria senza che l'interessato vi abbia provveduto.

Sentenza completa

Pubblicato il 06/06/2023

N. 05521/2023REG.PROV.COLL.

N. 01746/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1746 del 2019, proposto dal signor -OMISSIS-, rappresentato e difeso dall’avvocato antistatario ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia,

contro

il Ministero della salute, Direzione Generale Professioni Sanitarie e Risorse Umane del Ssn - Ufficio II - Riconoscimento Titoli, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso per legge dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria in Roma, via dei Portoghesi, n. 12,

per la riforma

della sentenza del Tar Lazio, sede di Roma, sez. III
quater
, -OMISSIS-, che ha respinto il ricors…

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