Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49506 del 27 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:49506PEN

Massima

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Il contenuto offensivo di espressioni pubblicate online, anche se presentate come un "gioco di ruolo" ipotetico, può integrare il reato di diffamazione qualora siano chiaramente riferite a una persona identificabile e siano idonee a lederne l'onore e il decoro, senza che sia necessaria la prova della veridicità dei fatti addebitati. L'identificazione dell'autore delle pubblicazioni può essere desunta anche dalla provenienza da un account personale, in assenza di denunce di furto o abuso dello stesso, nonché dalla presenza di riferimenti diretti alla vicenda giudiziaria. La valutazione della sussistenza del requisito dell'offensività rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione, se congrua e logica, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - rel. Consigliere

Dott. SCOTTI Umberto - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/12/2016 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di
TARANTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. CATERINA MAZZITELLI;
Il Procuratore Generale, nella persona del Sost. Proc. Gen. Dott. Tocci Stefano, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
Il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), ha concluso riportandosi ai motivi.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza, emessa in…

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