Il contratto di associazione in partecipazione, pur non avendo una determinazione di durata, può prevedere un termine finale di efficacia coincidente con la cessazione dell'attività imprenditoriale costituita mediante tale contratto, senza che ciò violi il principio di temporaneità dei vincoli obbligatori o il diritto di libera iniziativa economica dell'associante. Pertanto, in assenza di una clausola che condizioni il recesso dell'associante alla sussistenza di una giusta causa, il contratto di associazione in partecipazione può avere una durata determinata dalla cessazione dell'attività di impresa che ne costituisce l'oggetto, senza che ciò si ponga in contrasto con i principi costituzionali di libertà di iniziativa economica e di esercizio della professione. L'interpretazione del contratto volta a far coincidere la durata del rapporto con la durata dell'attività imprenditoriale costituita mediante l'associazione in partecipazione, anziché con la durata della vita professionale dell'associante, rispetta il principio di temporaneità dei vincoli obbligatori e non limita eccessivamente la libertà di iniziativa economica dell'associante.