Il diniego di condono edilizio è legittimo quando l'amministrazione accerti, sulla base della documentazione prodotta dal richiedente e di ulteriori elementi acquisiti, che le opere realizzate non corrispondono a quanto rappresentato nella domanda di sanatoria, risultando difformi rispetto alla situazione edilizia esistente alla data di riferimento per l'ammissibilità del condono. In tal caso, l'amministrazione può ritenere la domanda di condono "dolosamente infedele" ai sensi dell'art. 40, comma 1, della legge n. 47 del 1985, non essendo sufficiente la mera produzione di nuova documentazione in sede giurisdizionale per superare le difformità emerse in sede procedimentale. L'amministrazione, inoltre, non è tenuta a dare ulteriore seguito alle deduzioni del richiedente che non siano direttamente pertinenti ai motivi tecnici posti a fondamento del diniego, avendo comunque rispettato le garanzie procedimentali.