Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10177 del 4 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:10177PEN

Massima

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Il reato di diffamazione sussiste quando l'agente, con coscienza e volontà, utilizza espressioni offensive nei confronti di altri, idonee a lederne la reputazione, a prescindere dalla specifica intenzione di diffamare. La scriminante dell'esercizio del diritto di critica non opera quando le espressioni utilizzate, per la loro natura intrinsecamente diffamatoria, eccedono manifestamente i limiti della continenza e della continua finalità di interesse pubblico, anche in presenza di elementi di fatto posti a fondamento della critica. La valutazione in merito alla sussistenza o meno della scriminante è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui decisione è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 292/2008 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 18/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/01/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. GALASSO Aurelio, ha concluso chiedendo rigettarsi il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e' stato condannato con …

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