Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38661 del 3 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:38661PEN

Massima

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Il reato di calunnia sussiste quando il denunciante espone circostanze non vere, corrispondenti ad una determinata fattispecie legale di reato, dalle quali si desuma che l'illecito è stato commesso da persona facilmente identificabile, pur essendo consapevole dell'innocenza della persona falsamente accusata, come evidenziato dalle concrete circostanze e modalità esecutive della condotta tenuta, dalle quali è possibile risalire alla sfera intellettiva e volitiva dell'agente. Ai fini della sussistenza del reato di calunnia, non è necessario che l'accusa sia rivolta nei confronti di una persona determinata, essendo sufficiente che il denunciante esponga circostanze non vere, corrispondenti ad una determinata fattispecie legale di reato, dalle quali si desuma che l'illecito è stato commesso da persona facilmente identificabile. La consapevolezza dell'innocenza dell'accusato da parte del denunciante si desume dalle concrete circostanze e modalità esecutive della condotta, dalle quali è possibile, con processo logico-induttivo, risalire alla sfera intellettiva e volitiva dell'agente, essendo il dolo del reato di calunnia identificato con l'accertamento della cosciente falsità delle circostanze oggetto della denuncia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' ((omissis)) - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. RO. MI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1452/2005 CORTE APPELLO di LECCE, del 02/04/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/10/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Selvaggi E., che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO

Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di Appello …

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