Il mancato deposito dell'atto di impugnazione presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato, come prescritto dall'art. 582 c.p.p., non determina l'inammissibilità dell'impugnazione quando questa sia stata comunque trasmessa, entro i termini di legge, alla cancelleria del giudice competente a riceverla, in quanto tale irregolarità formale non pregiudica il diritto di difesa e non lede il principio del contraddittorio. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che il rispetto delle formalità previste dall'art. 582 c.p.p. per la presentazione dell'impugnazione non riveste carattere di assoluta tassatività, essendo sufficiente che l'atto sia comunque pervenuto, entro i termini di legge, alla cancelleria del giudice competente a riceverlo. Ciò al fine di preservare il diritto di impugnazione da censure di tipo meramente formalistico, in ossequio ai principi di effettività della tutela giurisdizionale e di ragionevole durata del processo. La giurisprudenza di legittimità ha infatti riconosciuto che l'irregolarità formale del deposito dell'atto di impugnazione presso la cancelleria del giudice ad quem, anziché presso quella del giudice a quo, non determina l'inammissibilità dell'impugnazione quando questa sia stata comunque trasmessa, entro i termini di legge, alla cancelleria del giudice competente a riceverla, in quanto tale vizio non pregiudica il diritto di difesa e non lede il principio del contraddittorio. Pertanto, il mancato rispetto della formalità di cui all'art. 582 c.p.p. non comporta l'inammissibilità dell'impugnazione, purché l'atto sia pervenuto, entro i termini di legge, alla cancelleria del giudice competente.