Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47543 del 29 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:47543PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene può essere disposto nei confronti di un soggetto che, pur non essendo il formale titolare, ne risulti il gestore di fatto, qualora il bene sia strumentalmente utilizzato per la commissione di reati, in particolare di associazione mafiosa ed estorsione. Ai fini dell'impugnazione del provvedimento di sequestro, è necessario che il ricorrente dimostri un concreto interesse alla restituzione del bene, non essendo sufficiente la mera contestazione della titolarità formale o della gestione di fatto. Pertanto, il ricorso è inammissibile qualora il ricorrente neghi la propria titolarità o gestione del bene, senza prospettare un diverso titolo che gli consenta di ottenerne la restituzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluig - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 147/2012 del 6/7/2012 del TRIBUNALE DEL RIESAME DI REGGIO CALABRIA;

visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Uditi i difensori avv. (OMISSIS) e avv. (OMISSIS) che hanno chiesto l'accoglimento del ricorso.

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