La gravità indiziaria della partecipazione dell'indagato a un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti può essere desunta dalle intercettazioni telefoniche che lo individuano come stabile punto di riferimento operativo, anello di congiunzione e dinamico referente tra le diverse componenti del sodalizio criminoso, con compiti di intermediazione e supporto nelle operazioni di importazione, movimentazione e commercializzazione di ingenti quantitativi di droga, nonché di garanzia e solidarietà verso gli altri partecipi, anche attraverso il pagamento delle spese legali per i sodali arrestati. La prova dell'appartenenza all'associazione può altresì emergere dall'accertamento dell'assistenza legale fornita ad un partecipe e dell'aiuto economico assicurato ai suoi familiari, una volta che costui sia tratto in arresto, in quanto tali condotte esprimono la consapevolezza dell'indagato di poter contare sulla continuità del vincolo associativo e sul rapporto di solidarietà tra gli associati. In presenza di gravi indizi di colpevolezza per il delitto associativo finalizzato al traffico di stupefacenti, opera la doppia presunzione di cui all'art. 275, comma 3 c.p.p. in ordine alla sussistenza delle esigenze cautelari e all'adeguatezza della misura custodiale, la quale può essere superata solo in presenza di elementi idonei a smentire, nel caso concreto, l'effetto della presunzione, come la dimostrazione di una effettiva rescissione del legame con l'organizzazione criminale.