Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28126 del 8 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:28126PEN

Massima

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La presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista per i reati associativi di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 può essere superata dal giudice, il quale deve valutare concretamente la pericolosità attuale dell'indagato, tenendo conto del tempo trascorso dalla commissione dei fatti, dell'eventuale cessata operatività dell'associazione e della personalità dell'indagato, al fine di stabilire se le esigenze cautelari possano essere adeguatamente fronteggiate con misure meno afflittive della custodia cautelare in carcere, come gli arresti domiciliari con divieto di comunicazione. Ciò in quanto l'associazione di cui all'art. 74 cit. è qualificata unicamente dai reati-fine e non presuppone necessariamente l'esistenza dei requisiti strutturali e delle peculiari connotazioni del vincolo associativo tipiche del reato di cui all'art. 416-bis c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. SILVESTRI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia;
nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/06/2020 del Tribunale del riesame di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso;
uditi i difensori, avv. (OMISSI…

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