Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41316 del 14 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:41316PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della propria posizione, sollecita o accetta denaro o altra utilità per svolgere o omettere atti del proprio ufficio, commette il reato di corruzione propria, il quale è punito con una pena detentiva e pecuniaria commisurata alla gravità della condotta e alla reiterazione del comportamento illecito, anche a distanza di anni, in quanto espressione di un consolidato spessore criminale. Il giudice di merito, nel valutare la prova, gode di ampia discrezionalità nell'apprezzamento della credibilità e attendibilità delle fonti di prova, le cui determinazioni sono insindacabili in sede di legittimità, purché sorrette da motivazione congrua, esauriente e logicamente coerente, che dia conto dell'iter logico-giuridico seguito e delle ragioni del decisum. Il sindacato di legittimità, infatti, non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma deve limitarsi a verificare la razionalità e la logicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3468/2012 CORTE APPELLO di ANCONA, del 08/04/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/07/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO Francesco che ha concluso per inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
(OMISSIS) ricorre per cassazione avverso la sentenza della Corte d'appello di Ancona, in data 8-4-2014, con …

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