Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43826 del 28 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:43826PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio commesso con l'utilizzo di un'arma da taglio, che ha cagionato gravi lesioni alla vittima in più parti del corpo, integra il dolo di omicidio, desumibile dalle modalità dell'azione, dal numero e dalla direzione dei colpi inferti e dalle minacce di morte proferite dall'aggressore, anche se quest'ultimo si è attivato successivamente per chiedere aiuto ai vicini. La condotta successiva di soccorso può rilevare ai fini della concessione delle attenuanti generiche, ma non esclude la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di tentato omicidio, atteso che l'evento morte è stato scongiurato solo grazie all'immediato intervento dei soccorsi e all'urgente trattamento chirurgico. Nella commisurazione della pena base per il tentato omicidio, il giudice deve tenere conto della gravità della condotta, desumibile dalle modalità dell'azione e dalla lesività delle ferite procurate, che hanno messo in pericolo la vita della vittima, anche se l'evento letale non si è verificato per cause indipendenti dalla volontà dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/10/2018 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MICHELE BIANCHI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CENICCOLA Elisabetta, che ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza pronunciata in data…

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