Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37689 del 18 ottobre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:37689PEN

Massima

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Il comportamento minaccioso nei confronti dell'ex coniuge, anche se espresso con frasi apparentemente non esplicite, integra il reato di minaccia qualora, sulla base del contesto e delle modalità espressive, risulti idoneo a suscitare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità. Il giudice di merito, nel valutare la portata intimidatoria delle espressioni utilizzate, gode di ampio margine di discrezionalità, la cui motivazione non è sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente argomentata sulla base degli elementi fattuali acquisiti. Il divieto di ricorso per cassazione per vizio di motivazione, previsto per le sentenze di appello relative a reati di competenza del giudice di pace, non consente di sottoporre al vaglio di legittimità una rivalutazione in fatto circa la natura minacciosa della condotta, già accertata dai giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/01/2020 del TRIBUNALE di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Elisabetta Maria Morosini;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto, Procuratore generale Dott. LOCATELLI Giuseppe, che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata il Tribunale di Napoli ha conferm…

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