Il falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni integra un grave abuso di potere che lede la fede pubblica e la corretta amministrazione della giustizia. Il pubblico ufficiale è tenuto a redigere atti veritieri e conformi alla realtà fattuale, essendo depositario della pubblica fede. La condotta di falsificazione ideologica, realizzata attraverso l'inserimento di informazioni non corrispondenti al vero in un atto pubblico, costituisce una grave violazione dei doveri di ufficio e della correttezza professionale, in quanto compromette l'affidamento che i cittadini ripongono nell'operato della pubblica amministrazione. Tale condotta è pertanto sanzionata penalmente, in quanto lede principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, quali la trasparenza, l'imparzialità e la buona amministrazione. Il giudice, nel valutare la responsabilità del pubblico ufficiale, deve tenere conto della rilevanza e della finalità della falsificazione, nonché dell'eventuale danno arrecato a terzi o all'amministrazione. La pena deve essere commisurata alla gravità del fatto, alla posizione rivestita dal soggetto agente e all'impatto che la condotta illecita ha avuto sulla collettività.