Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25281 del 1 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:25281PEN

Massima

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Il possesso di una carta d'identità recante la foto del possessore con false generalità integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p. (contraffazione di documenti d'identità) e non il meno grave reato di cui al comma 1 della stessa norma, in quanto la presenza della foto del possessore sul documento falso rappresenta un elemento logico, decisivo e sufficiente ad integrare la sua partecipazione al processo di predisposizione del falso documento. Le due ipotesi di reato previste dall'art. 497-bis c.p. si presentano come alternative tra loro, in quanto la fattispecie di cui al comma 2 presuppone un quid pluris rispetto a quella di cui al comma 1, consistente nella consapevole partecipazione dell'agente alla contraffazione del documento. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a rivalutare la qualificazione giuridica dei fatti, alla luce di tali principi, al fine di accertare la sussistenza del reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p. e non del meno grave reato di cui al comma 1 della stessa disposizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. TUDINO Alessandra - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI VENEZIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/11/2019 del TRIBUNALE di PADOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RENATA SESSA;
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ORSI Luigi, ha concluso chiedendo, Decreto Legge n. 137 del 2020, ex articolo 23, comma 8, dichiarasi inammissibile il ricorso.
R…

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