Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9111 del 28 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:9111PEN

Massima

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Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., e la sua valutazione non è censurabile in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza. Pertanto, il giudice può motivare adeguatamente la pena irrogata anche con espressioni sintetiche, come "pena congrua" o "pena equa", purché si riferisca alla gravità del reato e alla capacità a delinquere dell'imputato, senza necessità di una analitica e dettagliata motivazione, salvo che la pena non si discosti in misura rilevante dal minimo edittale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/05/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AMATORE ROBERTO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. TOCCI STEFANO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Milano, in parziale riforma della s…

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