Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Terapia Fisica e Riabilitazione s.r.l. avverso la determinazione dirigenziale n. 149/2016 del Corpo di Polizia Locale del IV Municipio di Roma Capitale, che ha revocato la precedente ordinanza n. 195/1996 istitutiva di tre stalli di sosta riservati ai disabili presso la struttura sanitaria della ricorrente, ha affermato il seguente principio di diritto: L'art. 188, comma 3, del Codice della Strada prevede che i veicoli al servizio di persone invalide autorizzate non siano tenuti all'obbligo del rispetto dei limiti di tempo se lasciati in sosta nelle aree di parcheggio a tempo determinato. Tale disposizione si applica in modo generalizzato a tutte le aree di sosta riservate ai disabili, a prescindere dalla loro istituzione su richiesta di una specifica struttura sanitaria, in quanto il riferimento al "tempo determinato" costituisce il mero presupposto logico della norma, essendo evidente che, nelle aree dove la sosta è consentita a tempo indeterminato per la generalità degli utenti, non vi è ragione di distinguere il regime applicabile al diversamente abile rispetto a quello ordinario. Pertanto, l'Amministrazione comunale è tenuta a rimuovere qualsiasi limitazione oraria nella fruizione degli stalli di sosta riservati ai disabili, in quanto in contrasto con il divieto di cui all'art. 188, comma 3, del Codice della Strada, senza che ciò possa ritenersi discriminatorio o pregiudizievole per l'accesso dei disabili alla struttura sanitaria interessata, atteso che l'ordinanza n. 195/1996 non aveva attribuito alcuna concessione in favore della stessa. L'atto di revoca della precedente disciplina, pertanto, non integra una valutazione di merito dell'interesse pubblico ai sensi dell'art. 21-quinquies della legge n. 241/1990, ma rappresenta un nuovo provvedimento di amministrazione attiva, conforme alla legge, che non incide in modo specifico nella sfera giuridica di un destinatario determinato, sicché non trova applicazione la disciplina dell'annullamento d'ufficio di cui all'art. 21-nonies della medesima legge. Infine, la determinazione impugnata, essendo adottata dal Dirigente del Corpo di Polizia Locale del IV Municipio nell'ambito delle competenze gestionali attribuite ai Municipi dal Regolamento sul decentramento amministrativo del Comune di Roma, non è viziata da incompetenza.