Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nell'ambito del procedimento di prevenzione patrimoniale, per l'ammissione allo stato passivo dei crediti vantati da terzi nei confronti dei soggetti sottoposti a confisca, il Tribunale è tenuto a verificare preliminarmente la sussistenza del requisito della strumentalità del credito rispetto all'attività illecita del proposto, accertando in particolare i collegamenti tra il creditore e il soggetto pericoloso, nonché la vicenda negoziale sottostante, al fine di valutare se il credito sia stato finalizzato a favorire o agevolare, anche indirettamente, l'attività criminosa. Solo ove sia dimostrata tale strumentalità, il creditore ha l'onere di provare di avere ignorato in buona fede il nesso di strumentalità, dimostrando di avere prestato un affidamento incolpevole nell'operazione negoziale, sulla base di una valutazione che tenga conto delle condizioni soggettive delle parti, dei loro rapporti personali e patrimoniali, nonché del tipo di attività svolta dal creditore. L'accertamento della strumentalità del credito e della buona fede del creditore costituiscono, pertanto, presupposti indefettibili per il riconoscimento del credito ai sensi dell'art. 52, comma 1, lett. b), del d.lgs. n. 159 del 2011.