Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22339 del 11 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22339PEN

Massima

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Il reato di ricettazione (art. 648 c.p.) può concorrere con il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.), in quanto si tratta di fattispecie autonome e distinte, che tutelano beni giuridici differenti. La mera grossolanità del falso non esclude la rilevanza penale della condotta, essendo sufficiente che il segno contraffatto sia idoneo a trarre in inganno l'acquirente medio. La prescrizione del reato di cui all'art. 474 c.p. non può essere fatta valere per la prima volta in sede di legittimità, in quanto viola il principio di specificità dei motivi di ricorso, dovendo essere dedotta già nei gradi di merito. Il ricorso per Cassazione che si limiti a riproporre le stesse ragioni già esaminate e ritenute infondate dal giudice di appello, senza svolgere una critica adeguata agli argomenti utilizzati, è inammissibile per genericità e mancanza di correlazione tra le doglianze e le argomentazioni della sentenza impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Le. Mo. , nato ad (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Bologna, sezione 2A penale, in data 22.10.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato.

Osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza i…

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