Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19825 del 12 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19825PEN

Massima

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La partecipazione ad associazioni di tipo mafioso, caratterizzate da una fitta rete di collegamenti personali connotati da intensa fiducia reciproca e da particolare forza intimidatrice, comporta una presunzione assoluta di adeguatezza della custodia cautelare in carcere come unica misura idonea a neutralizzare il pericolo di recidiva, in ragione dell'adesione permanente dell'indagato al sodalizio criminoso e della conseguente necessità di troncare i rapporti tra lo stesso e l'ambito delinquenziale di appartenenza. Tale presunzione, fondata sulla condivisa regola di esperienza per cui soltanto la custodia carceraria può interrompere i legami dell'indagato con l'organizzazione mafiosa, è compatibile con il dettato costituzionale, in quanto l'appartenenza a tali associazioni implica un radicamento territoriale e una struttura organizzativa tali da rendere inidonee misure meno afflittive a garantire le esigenze cautelari di prevenzione e di tutela dell'ordine pubblico. Pertanto, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, la sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p. è legittimamente desumibile dalla sola qualità di partecipe dell'indagato, senza necessità di ulteriori elementi probatori circa il pericolo di reiterazione del reato, in ragione della presunzione assoluta di adeguatezza della custodia cautelare in carcere come unica misura idonea a neutralizzare il rischio di recidiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1050/2015 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 18/08/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Angelillis C., che chiede il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 18.08.2015 il Tribunale di Palermo, costituito ai sensi dell'articolo 309 c.p.p. ha confermato l'ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carce…

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