Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30629 del 19 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:30629PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il sindacato del giudice di legittimità sulla motivazione della sentenza di condanna penale è limitato alla verifica della sua effettività, della sua non manifesta illogicità, della sua non contraddittorietà interna o con altri atti del processo, senza poter procedere a una nuova valutazione delle prove. Il mancato rispetto del criterio del "superamento di ogni ragionevole dubbio" può essere dedotto in sede di legittimità solo quando si traduca in una manifesta illogicità del tessuto motivazionale, essendo preclusa una diversa valutazione delle fonti di prova, riservata ai giudici di merito. Pertanto, le censure relative alla valutazione delle prove e alla capacità dimostrativa degli elementi indiziari sono inammissibili in cassazione, se non deducono vizi logici manifesti e decisivi della motivazione. Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella effettuata dai giudici di merito, se questa non presenta vizi logici evidenti, essendo preclusa una nuova valutazione delle prove.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A. - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/06/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SANDRA RECCHIONE;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)) che ha concluso per il rigetto di entrambe i ricorsi;
Udito il difensore (OMISSIS) che insiste per l'accoglimento dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1.La Corte di appello di Milano in p…

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