Cassazione penale Sez. III sentenza n. 38216 del 28 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:38216PEN

Massima

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La chiamata di correo, per poter essere utilizzata quale elemento indiziante ai fini dell'accertamento della responsabilità penale, necessita di un rigoroso accertamento della sua credibilità intrinseca ed estrinseca, nonché di riscontri esterni che la supportino, non essendo sufficiente la sola esistenza di altre dichiarazioni accusatorie. Tuttavia, tali riscontri non devono avere lo spessore di una prova autosufficiente, essendo sufficiente che essi corroborino in modo significativo la chiamata di correo. Inoltre, ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, la gravità del fatto e la recente condanna per analogo reato possono essere elementi sufficienti per giustificare l'applicazione della misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere, in ragione del concreto pericolo di reiterazione della condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. ((omissis)), difensore di fiducia di SP. Ma. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 1.4.2010 del Tribunale di Bologna, con la quale e' stato confermato il provvedimento del G.I.P. del Tribunale di Forli' in data 11.3.2010, che ha applicato allo SP. la misura cautelare della custodia in carcere.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)) Lombardi;

Visti gli atti, la ordinanza denunziata ed il ricor…

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