Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Quinta E s.s. contro gli atti di approvazione del Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Verona, ha riconosciuto l'esistenza di un errore materiale nell'approvazione di tale strumento urbanistico. In particolare, è stato accertato che vi era stato uno stralcio erroneo di due casi di eccezione alle prescrizioni e vincoli imposti nelle zone di tutela naturalistica, ambientale e del paesaggio agrario di pregio, di cui alle lettere c) e d) dell'art. 60.36 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PAT adottato. L'Amministrazione comunale, preso atto di tale errore, ha provveduto a riconoscerlo e a rettificarlo, ripristinando il testo originario dell'art. 59.35 delle NTA del PAT, che contemplava le suddette eccezioni. Di conseguenza, il Tribunale ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, condannando il Comune di Verona alla rifusione delle spese di giudizio in favore della parte ricorrente. Pertanto, il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'Amministrazione, nell'esercizio della propria attività di pianificazione urbanistica, è tenuta a garantire la correttezza e la completezza degli strumenti adottati, provvedendo tempestivamente alla rettifica di eventuali errori materiali o omissioni, al fine di assicurare la piena legittimità e l'effettiva applicazione delle relative previsioni. Il riconoscimento e la correzione di tali errori, ove riscontrati, comporta la cessazione della materia del contendere e l'improcedibilità del ricorso giurisdizionale proposto avverso gli atti viziati.