Il presupposto dell'obbligazione tributaria doganale per le merci soggette a diritti di confine, tra cui l'IVA all'importazione, è costituito dalla destinazione al consumo delle stesse nel territorio doganale, a prescindere dalla loro immatricolazione o iscrizione nei registri nazionali. L'evasione dell'IVA all'importazione, in quanto diritto di confine, integra il reato di contrabbando di cui all'art. 292 del D.P.R. n. 43/1973. Pertanto, l'utilizzo nel territorio nazionale di veicoli ad uso privato, quali aeromobili, immatricolati all'estero e non nazionalizzati, oltre il termine previsto per l'importazione temporanea, configura la sottrazione al pagamento dei relativi diritti di confine e, dunque, il reato di contrabbando, a prescindere dall'effettivo assolvimento dei dazi doganali all'importazione o di precedenti operazioni di nazionalizzazione. Il reato di contrabbando ha natura permanente, per cui è configurabile anche nei confronti di coloro che, venuti successivamente in possesso della merce non sottoposta al pagamento dei tributi, cooperino nel protrarne l'illegittima circolazione.