Il diritto di opposizione allo stato passivo del fallimento, pur essendo caratterizzato da celerità procedimentale, non è sottratto al termine di decadenza di trenta giorni previsto dalla legge fallimentare per la proposizione del ricorso per cassazione, che decorre dalla comunicazione del provvedimento impugnato o, in mancanza, dalla notifica del provvedimento di rigetto dell'istanza di restituzione in termini. Tale termine, tuttavia, non subisce la sospensione feriale qualora l'opposizione abbia ad oggetto crediti di lavoro, in quanto tali controversie, pur seguendo il rito fallimentare, sono assoggettate al regime di cui all'art. 3 della legge n. 742 del 1969, che esclude l'applicabilità della sospensione per le controversie previste dall'art. 409 c.p.c. e seguenti, in ragione della natura specifica del rapporto di lavoro individuale. Pertanto, il mancato rispetto del termine di decadenza per l'impugnazione del provvedimento che dichiara improcedibile l'opposizione allo stato passivo del fallimento, relativa a crediti di lavoro, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, indipendentemente dalla circostanza che la comunicazione del provvedimento non sia stata effettuata, essendo onere della parte diligente attivarsi tempestivamente per impugnare la decisione sfavorevole.