Il provvedimento di revoca di una misura di prevenzione patrimoniale, come la confisca, è impugnabile esclusivamente mediante appello, ai sensi della disciplina speciale prevista dalla Legge n. 1423 del 1956, articolo 4, e non attraverso il ricorso per cassazione. Tale principio trova applicazione anche nell'ipotesi in cui la richiesta di revoca sia volta alla sostituzione dell'oggetto confiscato con una somma di denaro, configurandosi tale istanza come una rimozione giuridica della misura di prevenzione e non come un mero incidente di esecuzione. Pertanto, la competenza a conoscere dell'impugnazione proposta avverso il provvedimento di revoca spetta alla Corte d'Appello e non alla Corte di Cassazione, in quanto l'istituto della revoca, pur potendo essere inquadrato nella fase esecutiva, è connotato dalla speciale funzione propria del sottosistema delle misure di prevenzione, all'interno del quale assume decisivo rilievo il principio dell'applicazione della misura rebus sic stantibus, ossia del nuovo esame delle condizioni che giustificano l'imposizione della misura stessa. Tale conclusione è avvalorata dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che hanno affermato l'applicabilità dell'istituto della revoca, e non della revisione, a tutela degli interessi del sottoposto alla misura di prevenzione, nonché dalla disciplina specifica del termine per proporre impugnazione avverso i provvedimenti in materia di misure di prevenzione.