Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9230 del 27 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9230PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il tentativo di estorsione aggravato dal metodo mafioso, realizzato mediante minacce di morte volte all'acquisizione di beni o denaro, integra il reato di estorsione e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto la condotta minacciosa si è estrinsecata in forme di tale forza intimidatoria da andare al di là di ogni ragionevole intento di far valere un preteso diritto, coartando la volontà della persona offesa e assumendo "ex se" i caratteri dell'ingiustizia. La distinzione tra i due delitti di cui agli articoli 393 e 629 c.p. risiede nell'elemento psicologico: nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni l'agente persegue il conseguimento di un profitto nella convinzione ragionevole, anche se infondata, di esercitare un suo diritto, mentre nell'estorsione l'agente persegue il conseguimento di un profitto, pur nella consapevolezza di non averne diritto. Inoltre, la responsabilità concorsuale del possesso dell'arma può essere desunta dalla progettazione dell'omicidio organizzato e programmato, poi evoluto in tentativo di estorsione, in quanto tale condotta non abbandonava del tutto l'originario divisamento da realizzare, come emerso dalle intercettazioni telefoniche. Il ruolo di promozione e organizzazione dell'impresa criminosa è altresì evidente dalle riunioni tenute presso l'abitazione di uno degli imputati e dal finanziamento da questi operato a favore degli esecutori materiali. Infine, l'aggravante di aver cagionato alla persona offesa un danno patrimoniale di rilevante gravità può ritenersi sussistente anche nel caso di delitto tentato, qualora sia accertato che il danno patrimoniale cagionato alla persona offesa sarebbe stato di rilevante gravità se il reato fosse stato portato a compimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3783/2011 CORTE APPELLO di MILANO del 24/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la sentenza impugnata, i ricorsi;

Udita la relazione del Cons. Dr. ((omissis));

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.