Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17339 del 26 aprile 2024

ECLI:IT:CASS:2024:17339PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la credibilità di una chiamata in correità, deve verificare anzitutto la credibilità soggettiva del dichiarante, esaminandone la personalità, le condizioni socio-economiche e familiari, il passato, i rapporti con i chiamati in correità e le ragioni che lo hanno indotto alla confessione e all'accusa dei coautori e complici; in secondo luogo, deve verificare l'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni rese, valutandone la spontaneità e autonomia, la precisione, la completezza della narrazione dei fatti, la coerenza e costanza; infine, deve verificare l'esistenza di riscontri esterni, onde trarne la necessaria conferma di attendibilità. Tale valutazione deve seguire l'indicato ordine logico, non potendosi procedere a una valutazione unitaria della chiamata in correità e degli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità se prima non si chiariscano gli eventuali dubbi che si addensino sulla chiamata in sé considerata, indipendentemente dagli elementi di verifica esterni ad essa. I riscontri esterni alla chiamata in correità non devono avere lo spessore di una prova "autosufficiente", essendo sufficiente che siano idonei a confermare l'attendibilità della chiamata stessa. Il giudice di merito esprime un giudizio di fatto sulla concessione o meno delle circostanze attenuanti generiche, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, purché sia non contraddittoria e dia conto, anche richiamandoli, degli elementi, tra quelli indicati nell'art. 133 cod. pen., considerati preponderanti ai fini della concessione o dell'esclusione. Ai fini della determinazione della pena, il giudice può limitarsi a prendere in esame, tra gli elementi indicati dall'art. 133 cod. pen., quello che ritiene prevalente e atto a determinare o no il riconoscimento del beneficio, sicché anche un solo elemento attinente alla personalità del colpevole o all'entità del reato e alle modalità di esecuzione di esso può risultare allo scopo sufficiente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. NICASTRO Giuseppe - Relatore

Dott. CERSOSIMO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Sp.An., nato a N il (Omissis)
avverso la sentenza del 02/05/2023 della Corte d'appello di Salerno visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale PERLA LORI, la quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
letta la memoria dell'Avv. MA.CO., difensore di Sp.An., il quale, dopo avere diffusamente replicato alle conclusioni del Pubblico Ministero, ha insistito per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;
udita…

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