Il Comune di Milano è tenuto a provvedere sull'istanza di autorizzazione paesaggistica presentata dalla società ricorrente entro il termine perentorio di quaranta giorni dalla ricezione della stessa, decorso il quale, in assenza di un provvedimento espresso, si forma il silenzio-rifiuto impugnabile. L'amministrazione comunale, infatti, è obbligata a trasmettere tempestivamente la documentazione alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, la quale deve rendere il proprio parere obbligatorio e vincolante entro quarantacinque giorni, dopodiché l'amministrazione competente deve provvedere in conformità entro venti giorni. Il mancato rispetto di tali termini perentori comporta l'illegittimità del silenzio serbato dall'amministrazione, la quale è pertanto tenuta a pronunciarsi sull'istanza entro il termine assegnato dal giudice amministrativo. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è volto a garantire la certezza dei tempi procedimentali e l'effettività della tutela giurisdizionale in materia di autorizzazioni paesaggistiche, evitando che il protrarsi del silenzio amministrativo possa pregiudicare irrimediabilmente la posizione del privato richiedente.