Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36364 del 6 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:36364PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie, idoneo a giustificare l'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto dalle modalità di commissione del fatto, dalla disinvoltura e non occasionalità della condotta delittuosa, nonché dalla sussistenza di precedenti penali a carico dell'indagato, anche se non definitivi, relativi a fatti corruttivi analoghi a quelli oggetto di contestazione. In tali ipotesi, il giudice è legittimato a formulare un giudizio prognostico sulla pericolosità sociale dell'indagato, ritenendo sussistente il concreto pericolo di commissione di ulteriori reati della stessa specie, in assenza di elementi che dimostrino un mutamento delle condizioni e delle circostanze che avevano determinato l'applicazione della misura cautelare. La valutazione del giudice, fondata su elementi oggettivi e concreti, deve essere adeguatamente motivata, senza che sia necessario un accertamento definitivo della responsabilità penale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luig - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ar. Sa. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza della Sezione del riesame del Tribunale di Palermo in data 11.2.2011;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Carlo Zaza;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Maria Giuseppina Fodaroni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con il p…

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