Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17473 del 24 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:17473PEN

Massima

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Il metodo mafioso, quale circostanza aggravante del reato di tentata estorsione, sussiste anche in assenza della prova dell'effettiva appartenenza dell'agente ad un'associazione di tipo mafioso, essendo sufficiente che la condotta dell'imputato sia idonea ad ingenerare nella vittima la consapevolezza che egli appartenga o agisca per conto di tale sodalizio criminoso, così da determinare uno stato di soggezione, omertà e vulnerabilità che faciliti l'esecuzione del reato e ne renda più difficoltosa la repressione. A tal fine, rilevano il contesto ambientale in cui maturano le richieste estorsive, le modalità della condotta e il tenore delle espressioni utilizzate dall'agente, anche se non vi sia un esplicito riferimento all'organizzazione mafiosa, essendo sufficiente che il comportamento minaccioso richiami alla mente e alla sensibilità della persona offesa quello comunemente ritenuto proprio di chi appartenga ad un simile sodalizio. Pertanto, l'aggravante del metodo mafioso può configurarsi anche in capo a soggetti non formalmente affiliati ad associazioni di tipo mafioso, purché la loro condotta sia astrattamente idonea a incidere sulla libertà di autodeterminazione della vittima, sfruttando il timore reverenziale e l'assoggettamento derivanti dal richiamo, anche implicito, all'appartenenza o al collegamento con la consorteria criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A. - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/10/2018 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DI PISA FABIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa CASELLA GIUSEPPINA che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Bari, con sentenza in data 26/10/2018 in riforma pa…

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