Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33256 del 7 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33256PEN

Massima

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Il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura indipendentemente dall'esistenza di un nesso causale tra la condotta distrattiva e il successivo fallimento della società. Ai fini della sussistenza del reato è sufficiente che l'agente abbia cagionato il depauperamento del patrimonio sociale, destinandone le risorse ad impieghi estranei all'attività d'impresa, a prescindere dalla rappresentazione e dalla volontà dell'agente in ordine al fallimento, che costituisce solo la condizione per l'applicazione della norma incriminatrice. Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale è pertanto un reato di pericolo concreto, in cui la concretezza del pericolo di pregiudizio per i creditori si realizza con la dichiarazione di fallimento, senza che sia necessario che tale evento sia oggetto di rappresentazione e volontà da parte dell'autore della condotta distrattiva. Inoltre, la qualità di amministratore di fatto della società fallita può essere desunta da elementi sintomatici dell'inserimento organico del soggetto con funzioni direttive nell'attività dell'impresa, quali i rapporti con i dipendenti, i fornitori o i clienti, ovvero in qualunque settore gestionale, anche se non esercita tutti i poteri propri dell'organo di gestione, purché svolga un'apprezzabile attività gestoria in modo non episodico o occasionale. Infine, l'amministratore di diritto risponde a titolo di concorso nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale commesso dall'amministratore di fatto non solo in virtù della posizione formale rivestita, ma anche in ragione della condotta omissiva consistente nel non aver impedito, ex art. 40 c.p., comma 2, l'evento che aveva l'obbligo giuridico di impedire, ovvero nel mancato esercizio dei poteri di gestione e di controllo sull'operato dell'amministratore di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 29/09/2015 dalla Corte di appello di Trieste;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Il 29/09/2015, la Corte di appello di Trieste confermava la sentenz…

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