Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34379 del 6 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34379PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia di condotte deontologicamente rilevanti tenute da un professionista nei confronti del proprio cliente, esercitato attraverso l'invio di un esposto al competente Consiglio dell'Ordine, costituisce legittimo esercizio del diritto di tutela degli interessi del cliente, ai sensi dell'art. 51 c.p., e non integra il reato di diffamazione, a condizione che le accuse mosse abbiano un fondamento o che l'accusatore sia fermamente e incolpevolmente convinto della loro veridicità, e che le espressioni utilizzate siano contenute nei limiti della continenza. Pertanto, la condanna per diffamazione di un soggetto che abbia denunciato al Consiglio dell'Ordine comportamenti scorretti del proprio legale è illegittima, in assenza di una verifica della veridicità delle accuse e della continenza delle espressioni utilizzate, essendo necessario valutare la sussistenza della scriminante di cui all'art. 51 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. SETTEMBRE A. - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1867/2008 GIUDICE DI PACE di ROMA, del 04/06/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE ANTONIO;

Udito il Procuratore generale della repubblica presso la Corte di Cassazione, Dott. SPINACI Sante, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il reato e' estinto per prescrizione.<…

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