Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La realizzazione di una discarica di rifiuti non pericolosi da parte di un Comune deve essere conforme al quadro normativo e pianificatorio vigente al momento della sua definizione, non potendo più trovare legittimazione in disposizioni di carattere emergenziale ormai superate. In particolare, il progetto di discarica deve essere inserito nel vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, adottato ai sensi dell'art. 199 del D.Lgs. n. 152/2006, il quale costituisce lo strumento di pianificazione territoriale e quantitativa dell'attività di smaltimento dei rifiuti, in coerenza con i principi di programmazione, autosufficienza e prossimità dettati dalla normativa europea e nazionale. Inoltre, il progetto deve rispettare la situazione di fatto esistente, non potendo realizzare una "nuova" discarica laddove la precedente sia stata definitivamente chiusa e sottoposta a bonifica ambientale. In tal caso, l'autorizzazione regionale precedentemente rilasciata per l'"ampliamento" della discarica originaria perde efficacia giuridica per il venir meno del presupposto normativo che l'aveva legittimata.