Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15867 del 15 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:15867PEN

Massima

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Il comportamento di resistenza a pubblico ufficiale, caratterizzato da aggressività e violenza fisica, integra il reato di cui all'art. 337 c.p. anche quando l'intervento degli agenti di polizia avviene in un contesto di incomprensione linguistica, purché risulti accertata la consapevolezza dell'imputato di opporsi all'attività legittima di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni. Le dichiarazioni testimoniali degli agenti intervenuti, pur non godendo di fede privilegiata come gli atti da essi redatti, devono essere valutate dal giudice unitamente a tutti gli elementi di prova acquisiti, senza che la mera esistenza di un interesse dell'agente all'esito del processo possa automaticamente inficiarne l'attendibilità. Il giudice di merito, nel motivare la propria decisione, è tenuto a confutare in modo specifico e argomentato le doglianze difensive, senza potersi limitare alla mera reiterazione delle statuizioni già operate in precedenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/01/2014 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di SASSARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/03/2016, la relazione svolta dal Consigliere ANDREA TRONCI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr.ssa MARIA FRANCESCA LOY che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 30.01.2014 la Corte d'appello di Cagliari sezione distaccata di Sassar…

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