Il provvedimento amministrativo di rideterminazione in autotutela dell'ammontare di un contributo finanziario precedentemente concesso è legittimo qualora l'impresa beneficiaria non possieda i requisiti di piccola o media impresa (PMI) previsti dalla normativa europea, in particolare per quanto riguarda il numero di unità lavorative occupate superiore a 250 e il rapporto di controllo o collegamento con altra impresa di maggiori dimensioni. In tali casi, l'Amministrazione è tenuta a ridurre il massimale di finanziamento applicabile, senza che ciò integri una violazione del principio di tutela dell'affidamento o della stabilità dei titoli giuridici acquisiti, atteso che l'impresa beneficiaria non poteva legittimamente confidare nell'erogazione di un contributo calcolato sulla base di requisiti di PMI insussistenti. L'esercizio del potere di autotutela è altresì tempestivo qualora intervenga entro un termine ragionevole dalla conclusione dell'istruttoria finalizzata all'erogazione del saldo finale del contributo, senza che rilevi il termine di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, applicabile solo ai provvedimenti di annullamento d'ufficio e non anche a quelli di mera rideterminazione dell'importo concedibile.