Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26043 del 17 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26043PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare i provvedimenti del tribunale del riesame in materia di misure cautelari personali, è tenuto a verificare esclusivamente la congruità e la logicità dell'apparato argomentativo, senza poter riesaminare gli elementi fattuali e probatori posti a fondamento della decisione, né valutare l'adeguatezza delle esigenze cautelari e delle misure ritenute idonee, trattandosi di apprezzamenti riservati al giudice del merito. Pertanto, la motivazione del provvedimento di conferma della custodia cautelare in carcere è immune da vizi logici e giuridici quando, pur in assenza di specifiche considerazioni su circostanze addotte dalla difesa, risulti comunque congrua e coerente nel delineare un quadro indiziario grave e un contesto criminale di ampia portata, tale da giustificare il pericolo di reiterazione del reato, a prescindere dalla condizione lavorativa dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la ordinanza 18/12/2013 del Tribunale per il riesame di Torino;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. GALLO Domenico;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. RIELLO Luigi, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio limitatamente alle esigenze cautelari.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in da…

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