La dichiarazione di pubblica utilità, incidendo direttamente sulla sfera giuridica del proprietario, è un atto autonomamente impugnabile, in quanto determina l'affievolimento del diritto di proprietà e pone il presupposto per l'espropriazione. Pertanto, il giusto procedimento deve essere attuato nell'ambito della dichiarazione di pubblica utilità, che conserva momenti di scelte discrezionali, mentre nell'ambito dell'occupazione d'urgenza, meramente attuativa dei provvedimenti presupposti, non vi è più ragione di applicare il giusto procedimento. L'art. 22-bis del D.P.R. n. 327/2001, che estende l'occupazione d'urgenza anche ai casi in cui il numero dei destinatari della procedura espropriativa sia superiore a 50, non è costituzionalmente illegittimo per eccesso di delega o irragionevolezza, in quanto rientra nella finalità della legge di delega di agevolare le procedure di immissione nel possesso. Pertanto, l'impugnativa dell'atto di occupazione d'urgenza è inammissibile se non è stata previamente impugnata la dichiarazione di pubblica utilità, essendo le relative censure riferibili a tale atto presupposto.