Cassazione penale Sez. I sentenza n. 41636 del 10 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:41636PEN

Massima

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Il militare che detiene indebitamente munizionamento militare, anche se rinvenuto casualmente, senza che sia munito del marchio o del segno di rifiuto o senza dimostrare che tale munizionamento abbia legittimamente cessato di appartenere al servizio militare, commette il reato di acquisto e ritenzione di oggetti di armamento militare, a prescindere dalla circostanza che tale munizionamento non risulti essere mancante nei reparti in cui il militare ha prestato servizio. Il reato di cui all'art. 166 c.p.m.p. tutela l'interesse generale al regolare svolgimento del servizio militare, inteso come complesso di attività preordinate all'assolvimento del compito fondamentale della difesa del territorio nazionale, e non richiede, ai fini della sua sussistenza, che gli oggetti di armamento militare siano in uso esclusivo alle Forze Armate italiane. È sufficiente il dolo generico, ossia la consapevolezza, da parte del militare, che il munizionamento non ha legittimamente cessato di appartenere al servizio militare. La valutazione delle giustificazioni addotte dal militare circa il casuale rinvenimento del munizionamento rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità, ove il giudice di merito abbia motivato in modo logico e coerente circa l'appartenenza del munizionamento all'Amministrazione Militare e l'assenza di prova della sua legittima dismissione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRINI Enrico Giusep - Presidente

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso la sentenza n. 55/2017 della Corte Militare di Appello di Roma in data 24/01/2018;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Antonio Minchella;
Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Dott. Flamini Luigi Maria, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 11/05/2016 la Corte Militare di Appello confermava la …

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