La modifica della destinazione urbanistica di un'area da servizi pubblici (istruzione, parcheggi) a servizi di interesse collettivo (strutture socio-sanitarie) è legittima qualora sia adeguatamente motivata dall'Amministrazione comunale in relazione alle mutate esigenze della popolazione residente, senza che sia necessario mantenere una rigida ripartizione degli standard urbanistici previsti dalla normativa regionale, purché sia comunque garantita la dotazione minima complessiva di spazi pubblici. Il legittimo affidamento dei residenti nella lottizzazione sulla realizzazione delle opere di urbanizzazione previste nel piano attuativo non impedisce la modifica della destinazione d'uso delle aree, in quanto il Comune può valutare discrezionalmente la localizzazione e la realizzazione dei servizi pubblici in funzione delle esigenze dell'intera collettività comunale, senza essere vincolato alla ripartizione iniziale degli standard. La variante urbanistica, se adeguatamente motivata, non determina l'illegittimità derivata degli atti successivi, come l'accordo di programma per la realizzazione di una struttura socio-sanitaria sull'area riclassificata.