Cassazione penale Sez. II sentenza n. 52443 del 16 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:52443PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando la condotta minacciosa, oltre ad essere obiettivamente idonea a coartare la volontà della vittima, sia espressione della capacità persuasiva derivante dal vincolo associativo, determinando così una condizione di assoggettamento e omertà. A tal fine non è necessario un quid pluris rispetto all'elemento costitutivo del reato di estorsione, essendo sufficiente che la capacità intimidatrice si riconnetta alle modalità della condotta e alla qualità dell'agente. L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 ha natura oggettiva e si trasmette a tutti i concorrenti nel reato. La valutazione della credibilità delle fonti di prova e la scelta tra divergenti versioni dei fatti è riservata al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, salvo il controllo sulla congruità e logicità della motivazione. Il giudice di merito può negare le attenuanti generiche sulla base di un solo elemento attinente alla gravità del reato e alle modalità di esecuzione, senza necessità di esaminare tutti gli indici di cui all'art. 133 c.p. La violazione dell'incompatibilità del giudice ex art. 34 c.p.p. non determina la nullità del provvedimento, ma costituisce solo motivo di ricusazione. L'imputato che chiede il riconoscimento della continuazione tra reati ha l'onere di produrre copia delle sentenze rilevanti, non essendo applicabile in sede di cognizione la disciplina dettata per la fase esecutiva dall'art. 186 disp. att. c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppi - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2486/2016 della Corte d'appello di Catania del 15.7.2016;
Visti gli atti, la sentenza e i ricorsi;
Udita nella pubblica udienza del 19.10.2017 la relazione fatta dal ((omissis));
Udito il Sostituto Procuratore Generale in persona di ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;
Uditi i difensori avv. (OMISSIS) per (OMISSIS) e (OMISSIS) per (OMISSIS), che hanno chiest…

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