Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21419 del 16 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21419PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale può essere autonomamente formulato dal giudice della prevenzione sulla base di elementi probatori e indiziari emersi in un procedimento penale, anche in caso di sentenza di assoluzione, purché l'inesistenza dei fatti non sia stata accertata con pronuncia irrevocabile. L'appartenenza all'associazione mafiosa, rilevante ai fini della pericolosità qualificata, non richiede necessariamente la partecipazione stabile all'organizzazione, essendo sufficiente un'azione, anche isolata, funzionale agli scopi associativi, con esclusione delle mere situazioni di contiguità o vicinanza al gruppo criminale. Il giudizio di sproporzione tra incrementi patrimoniali e redditi dichiarati, ai fini della confisca, deve essere ancorato al periodo di riferimento della pericolosità, senza che assumano rilievo divergenze valutative relative a periodi precedenti non connessi alla manifestazione della pericolosità stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRINI Enrico Giusep - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 29/09/2017 della CORTE APPELLO di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere STEFANO APRILE;
lette le conclusioni del PG Giuseppina CASELLA che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Corte d'appello di Palermo ha confermato il de…

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