Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32749 del 23 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:32749PEN

Massima

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Il sequestro probatorio di un bene può essere disposto dal giudice quando sussistono il fumus commissi delicti, inteso come astratta configurabilità del reato ipotizzato, e le esigenze probatorie, ovvero la necessità di acquisire il bene per l'accertamento dei fatti. Il giudice non è tenuto a dimostrare in modo specifico la necessità del sequestro per le cose che costituiscono il corpo del reato, in quanto tale esigenza probatoria è insita nella natura stessa del bene. Tuttavia, il decreto di sequestro deve comunque indicare in modo chiaro e motivato le ragioni che giustificano il provvedimento cautelare, anche se in relazione al corpo del reato. Pertanto, il giudice può disporre il sequestro probatorio di un bene quando risulta astrattamente configurabile il reato ipotizzato e sussiste la necessità di acquisire il bene per accertare la provenienza e, quindi, verificare la sussistenza del fatto-reato contestato, senza dover dimostrare ulteriormente la necessità del sequestro in funzione dell'accertamento dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 61/2013 TRIB. LIBERTA' di VARESE, del 16/12/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di Cassazione Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Udito altresi' per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata.

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