Cassazione penale Sez. V sentenza n. 48722 del 24 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:48722PEN

Massima

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La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: L'attenuante della provocazione di cui all'art. 62, n. 2, c.p. non ricorre quando la reazione violenta dell'agente, pur essendo stata determinata da un fatto ingiusto altrui, appare macroscopicamente sproporzionata rispetto alla provocazione subita, interrompendo così il nesso causale tra il fatto ingiusto e la reazione. Ciò si verifica anche quando la reazione, pur essendo stata preceduta da una serie di comportamenti ingiusti della vittima, risulta comunque eccessiva e inadeguata rispetto all'ultimo episodio che l'ha originata, escludendo in tal modo la sussistenza del rapporto di causalità diretta tra l'offesa, anche se potenziata dall'accumulo, e la reazione violenta. In tali ipotesi, la macroscopica sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso è tale da escludere non solo lo stato d'ira, ma anche il nesso causale tra il fatto ingiusto e la reazione, precludendo così l'applicazione dell'attenuante della provocazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo Mar - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 15/1/2014 della Corte d'appello di Brescia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SPINACI Sante, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Brescia confermava la condanna di (OMIS…

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