Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32261 del 22 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:32261PEN

Massima

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Il reato di riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani si configura anche in presenza di una significativa compromissione della capacità di autodeterminazione della vittima, senza che sia necessario il totale annullamento della stessa. Ai fini della sussistenza di tale reato, rileva l'imposizione di asfissianti controlli e limitazioni della libertà personale, come la privazione dei documenti di identità e dei telefoni cellulari, l'impedimento alla fuga e il costante monitoraggio dell'attività di prostituzione, anche attraverso il coinvolgimento di più soggetti in posizione direttiva. La configurabilità del reato associativo non è esclusa dalla circostanza che le vittime siano state sfruttate in modo non contemporaneo dai diversi partecipi dell'associazione, essendo sufficiente l'accertamento di un'attività svolta a livello imprenditoriale e continuativo, con un'accurata organizzazione del reperimento delle donne all'estero e della predisposizione di mezzi e modalità per il loro sfruttamento. Il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con riferimento alla gravità dei fatti commessi in danno di giovani donne attirate con l'inganno e sottoposte a violenza, nonché ai precedenti penali dell'imputato, senza che sia necessario un esplicito confronto con eventuali elementi favorevoli.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo A. - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 24/01/2014 della Corte d'Assise d'Appello di Brescia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Carlo Zaza;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.<…

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