Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9107 del 27 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:9107PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del controllo sulla motivazione della sentenza di merito, non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di appello, quando quest'ultima risulti sorretta da una logica e coerente argomentazione, fondata su elementi probatori specificamente indicati negli atti processuali, che escludono la possibilità di una diversa ricostruzione del fatto. In tali casi, il sindacato di legittimità è limitato alla verifica della correttezza delle regole logiche applicate dal giudice di merito, nonché dell'assenza di palesi contraddizioni o illogicità nella motivazione, senza che sia consentita una nuova valutazione del compendio probatorio. Il giudice di legittimità, pertanto, non può riesaminare il merito della vicenda processuale, sostituendo la propria valutazione a quella del giudice di appello, quando quest'ultima risulti sorretta da una motivazione adeguata e immune da vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 18/02/2008 CORTE APPELLO di MESSINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. DI POPOLO Angelo, che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1.- La Corte di Appello di Messina, in…

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