Il rilascio di un permesso di soggiorno sulla base di documentazione fraudolenta costituisce causa di revoca del permesso stesso, senza che sia necessaria una sentenza penale definitiva di condanna, essendo sufficiente che l'autorità amministrativa proceda ad una autonoma valutazione, fondata su elementi di riscontro idonei a dimostrare la falsità della documentazione presentata. L'art. 5, comma 8 bis, del d.lgs. 286/98, che sanziona penalmente la contraffazione o alterazione di documenti finalizzata all'ottenimento di un permesso di soggiorno, esprime un principio generale applicabile a tutte le procedure di rilascio dei permessi di soggiorno, in attuazione del principio di cui all'art. 75 d.p.r. n. 445/2000. Pertanto, l'Amministrazione è tenuta a rifiutare la domanda di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno e a revocare il permesso già rilasciato, qualora accerti, anche in assenza di una sentenza penale definitiva, che la relativa istanza sia stata presentata sulla base di documentazione fraudolenta, senza che ciò sia soggetto al sindacato del giudice amministrativo, purché la valutazione sia condotta in modo ragionevole e sia confortata da idonei elementi di riscontro.