La normativa nazionale in materia di installazione degli impianti di distribuzione di carburanti, che prevede distanze minime obbligatorie fra gli stessi, deve ritenersi superata alla luce della pronuncia della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 11 marzo 2010, n. 384/08, in quanto tale disciplina costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento sancita dal Trattato, in quanto si applica unicamente agli impianti nuovi e non a quelli già esistenti, ponendo così condizioni all'accesso all'attività di distribuzione di carburanti e favorendo gli operatori già presenti sul territorio nazionale, scoraggiando, se non impedendo, l'accesso al mercato da parte di imprenditori comunitari. Di conseguenza, il diniego da parte dell'ente proprietario della strada di un nulla osta all'apertura di accessi a servizio di un nuovo impianto di distribuzione di carburanti, fondato sul mancato rispetto delle distanze minime previste dalla normativa nazionale, deve essere considerato illegittimo, in quanto tale valutazione non può più costituire un criterio rilevante ai fini del rilascio delle relative autorizzazioni.