Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11912 del 12 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:11912PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'uso di minacce nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, al fine di costringerlo ad omettere un atto del suo ufficio, integra il reato di cui all'art. 336 c.p., anche qualora l'azione esecutiva riguardi direttamente una persona diversa da quella che ha posto in essere la condotta minacciosa. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato deve essere effettuata sulla base di una complessiva disamina delle risultanze probatorie, senza che possa rilevare la presunta arbitrarietà dell'iniziativa del pubblico ufficiale nell'adempimento dei suoi doveri. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, non consentendo il formarsi di un valido rapporto di impugnazione, preclude ogni possibilità di far valere o rilevare d'ufficio l'estinzione del reato per prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 14/03/2013 della Corte di appello di Catania;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Volpe Giuseppe, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione del reato.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN…

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